Testi in memoria di Don Michele Martorana

Il cuore di Don Michele

di Irene Catarella

Il tuo cuore hai donato sulla terra e nel cielo
a ogni giovane incontrato perché si sentisse amato perché si sentisse considerato perché da quel cuore traesse il coraggio di affrontare le difficoltà quotidiane.

Servo di Dio #promotoredeigiovani
per i quali hai fondato l’oratorio
in cui farli crescere e maturare nella gioia e nella fede.

Il tuo cuore è ancora per loro conforto nelle angosce speranza nel futuro certezza di essere amati accettati per quello che sono.

Insegnaci, Don Michele, a vedere nei ragazzi quella scintilla di bontà per aiutarli, come te,
a coltivarla
come vigna
che produce
uva preziosa di bene.

Don Michele Padre Magnanimo

I

Don Michele, si appressano i giorni di festa annunciati dal tuo limpido volto che, da vari luoghi, incontro viene. Ci ricorda quando in Oratorio, vicini al tuo cuore, ne respiravamo la santità benevola. Giorni solenni questi a venire nei quali la tua presenza si farà viva. Sarà ricordata la tua magnanimità che, con slancio, si adoperava alla soluzione dei problemi sociali ed alle impellenti necessità dei figli; ad essi provvedevi con una carità così amorevole da recare in sé la gioia della sorpresa.

II

Il Signore vedevi nei poveri e nei piccoli. Le chiare immagini di chi narra ti vedono rientrare a casa scalzo perché le scarpe avevi donato; ed ancora donare un indumento nella cui tasca avevi posto del denaro. Bussavi dalla vedova per riportarle l’offerta in chiesa consegnata. In un involto affidavi come arma di difesa quel che si è scoperto un croccante filone di pane. Dono materiale e spirituale al ragazzo, al quale la tromba regalavi: “Non è il suono della tromba che ci chiama, ma la voce della coscienza”.

III

La tua grandezza d’animo, dagli innumerevoli gesti generosi, ma assolutamente riservati, alla luce ancor più brillava quando alla dipartita un intero popolo colmo di filiale gratitudine in un inconsolabile pianto prorompeva. Da una narrazione orale in me si scolpiva il grido:”U patruzzu  pirdiemmu! “ E “Ppi sina i petri ciancinu! “

IV

Umile e modesto anche nel vestire, nei disagi della povertà vedevi le ingiustizie da alleviare, anzitutto immolando te stesso. Nulla in te d’improvvisato;unito a Dio la sua voce ascoltavi in meditazione. Come un padre di famiglia che anche in tempi tranquilli si chiede come faranno i figli, da soli affranti, così tempo prima di “andare “in te risuonava la desolazione di giovani e ragazzi che ti induceva a tracciare il volere spirituale. Seguivi Gesù nel donarti senza misura; assieme al dono della vita anche il cuore: affettuosa vicinanza, visibile presenza, conforto, esortazione al coraggio, all’audacia per il lungo ed arduo cammino da proseguire.

(Carmela Costanza) – San Giov. Gemini 13 Aprile 2022